ULTERIORI APPROFONDIMENTI
SULL'IMPORTANZA DELL'ADORAZIONE EUCARISTICA
Cosa è l'adorazione
L’Adorazione
Eucaristica è un tempo trascorso in preghiera davanti al Sacramento
dell’Eucaristia esposto solennemente.
E’ l'intrinseco rapporto tra l'uomo e Dio, della creatura intelligente con il suo Creatore. Gli uomini e gli angeli devono adorare Dio. In cielo, tutte le anime beate dei santi e i santi angeli adorano Dio. Ogni volta che adoriamo ci uniamo al cielo e portiamo il nostro piccolo cielo sulla terra.
L'adorazione è
l’ unico culto dovuto solo a Dio. Quando Satana cercò di tentare Gesù nel
deserto gli offrì tutti i regni, tutto il potere di questo mondo se lo avesse
adorato. Satana, nel suo orgoglio di follia, pretende l’adorazione dovuta a Dio.
Gesù gli rispose con la Scrittura: «Solo Dio adorerai e a Lui solo renderai
culto.
E’ l’atto più
alto di una creatura umana nei confronti del suo Creatore, mettersi ai suoi
piedi in atteggiamento di filiale ascolto e di lode, reverenza e accoglienza di
tutto quanto proviene da Lui, nella consapevolezza che solo Lui basta e solo Lui
conta.
Chi adora pone
al centro della sua attenzione e del suo cuore il Dio altissimo e Creatore e
Salvatore di tutto l’universo.
Adorare è lasciarsi amare da Dio per
imparare ad amare gli altri. Adorare è entrare nell’esperienza del Paradiso, per
essere più concreti nella storia.
La
Persona Divina di Nostro Signore Gesù Cristo, presente nel SS.mo Sacramento,
vuole che noi gli parliamo; a sua volta Egli parlerà a noi.
Questo colloquio che s' intreccia tra l' anima e Nostro Signore è appunto la
vera meditazione eucaristica, è l' adorazione.
Calcolate quell' ora di adorazione che vi è
toccata, come un' ora di Paradiso; andateci come si va al cielo, come si va al
banchetto divino, ed essa sarà desiderata, e salutata con trasporto.
Alimentatene soavemente il desiderio nel vostro cuore. Dite a voi stesso: "Per
quattr' ore, per due, per un' ora io starò ad un' udienza di grazia e di amore,
presso Nostro Signore; è stato lui ad invitarmi, ora mi attende, mi desidera".
Quando vi capitasse un' ora che costa fatica
alla natura, rallegratevi, il vostro amore sarà più grande perché sarà più
sofferente: è un' ora privilegiata, la quale sarà contata per due.
Quando per infermità, per malattia o per
impossibilità non vi è possibile fare la vostra ora di adorazione, lasciate che
per un momento il vostro cuore si rattristi, poi mettetevi in adorazione
spirituale, in unione con quelli che in quel frattempo si dedicano all'
adorazione. Allora nel letto del vostro dolore, in viaggio, o durante l'
occupazione che avete tra mano, state in più concentrato raccoglimento; e
riceverete il medesimo frutto che se aveste potuto adorare ai piedi del Buon
Maestro: quest' ora sarà computata a vostro favore, e forse sarà anche
raddoppiata.
Andate da Nostro Signore così come siete; la
vostra meditazione sia naturale. Attingete dal vostro patrimonio individuale di
pietà e di amore, prima di pensare a servirvi dei libri; amate il libro
inesauribile dell' umiltà amorosa. E' certo buona cosa che un buon libro vi
accompagni, per rimettervi in carreggiata quando lo spirito volesse sviarsi e i
sensi assopirsi; ma tenete bene a mente che il nostro Buon Maestro preferisce la
povertà del nostro cuore anche ai più sublimi pensieri ed affetti presi in
prestito da altri.
Sappiate che Nostro Signore vuole il vostro cuore, non quello degli altri; vuole
il pensiero e la preghiera di questo cuore, come espressione naturale del nostro
amore per Lui.
Attraversate giornate di aridità? Glorificate
la grazia di Dio, senza la quale voi non potete nulla. Rivolgete allora la
vostra anima al cielo, come il fiore allo spuntar del sole apre il suo calice,
per accogliervi la rugiada benefica.
Vi trovate in uno stato d' impotenza assoluta?
Lo spirito è nell' oscurità, il cuore sotto il peso del proprio nulla, il corpo
è sofferente? Fate allora l' adorazione del povero; uscite dalla vostra povertà
e andate a posarvi in Nostro Signore. Offritegli la vostra povertà affinché egli
l' arricchisca: è questo un capolavoro degno della sua gloria.
La tentazione, la tristezza vi travaglia?
Tutto vi disgusta, tutto vi porta a tralasciare l' adorazione, sotto il pretesto
che offendereste Dio, che lo disonorereste anziché servirlo? Non ascoltate
questa speciosa tentazione. Il vostro Buon Maestro che vi guarda, vuole da voi
l' omaggio della perseveranza, fino all' ultimo minuto del tempo che noi
dobbiamo consacrargli.
La confidenza, dunque, la semplicità e l' amore vi accompagnino sempre nell' adorazione.
LETTERA SULL’ADORAZIONE EUCARISTICA
GIOVANNI PAOLO II
Lettera sull'adorazione eucaristica 47° Congresso Eucaristico Internazionale
Roma, 18-25 giugno 2000
Esorto i cristiani a fare regolarmente visita a Cristo presente nel Santissimo Sacramento dell'altare, poiché noi siamo tutti chiamati a rimanere in modo permanente in presenza di Dio, grazie a Colui che resterà con noi fino alla fine dei tempi. Nella contemplazione i cristiani percepiscono con maggiore profondità che il mistero pasquale è al centro di tutta la vita cristiana.
1. Gesù non è più presente in mezzo agli uomini allo stesso modo in cui lo fu lungo le vie della Palestina.
Dopo la Risurrezione, nel suo corpo glorioso, apparve alle donne e ai suoi discepoli. Quindi condusse gli Apostoli « fuori verso Betania e, alzate le mani, li benedisse..., si staccò da loro e fu portato verso il cielo » (Lc 24,50-51). Tuttavia, ascendendo al Padre, Cristo non si è allontanato dagli uomini. Egli resta sempre in mezzo ai suoi fratelli e, come ha promesso, li accompagna e li guida mediante il suo Spirito.
La sua presenza è ora di un altro ordine. In effetti « nell'ultima cena, dopo aver celebrato la Pasqua con i suoi discepoli, mentre passava da questo mondo a suo Padre, Cristo istituì questo sacramento come memoria perpetua della sua passione..., il più grande di tutti i miracoli; a coloro che la sua assenza avrebbe riempito di tristezza, lasciò questo sacramento come incomparabile conforto » (Tommaso d'Aquino, Ufficio del Corpus Domini, 57,4).
Ogni volta che nella Chiesa celebriamo l'Eucaristia, noi ricordiamo la morte del Salvatore, annunciamo la sua risurrezione, nell'attesa della sua venuta. Nessun sacramento è dunque più prezioso e più grande di quello dell'Eucaristia; ricevendo la comunione veniamo incorporati a Cristo. La nostra vita è trasformata e assunta dal Signore.
2. Al di fuori della celebrazione eucaristica, la Chiesa si prende cura di venerare l'Eucaristia che deve essere « conservata... come il centro spirituale della comunità religiosa e parrocchiale » (Paolo VI, Mysterium idei, n. 68).
La contemplazione prolunga la comunione e permette di incontrare durevolmente Cristo, vero Dio e vero uomo, di lasciarsi guardare da lui e di fare esperienza della sua presenza. Quando lo contempliamo presente nel Santissimo Sacramento dell'altare, Cristo si avvicina a noi e diventa intimo con noi più di quanto lo siamo noi stessi; ci rende partecipi della sua vita divina in un'unione che trasforma e, mediante lo Spirito, ci apre la porta che conduce al Padre, come egli stesso disse a Filippo: « Chi ha visto me ha visto il Padre » (Gv 14,9).
La contemplazione, che è anche una comunione di desiderio, ci associa intimamente a Cristo e associa in modo particolare coloro che sono impossibilitati a riceverlo.
Rimanendo in silenzio dinanzi al Santissimo Sacramento, è Cristo, totalmente e realmente presente, che noi scopriamo, che noi adoriamo e con il quale stiamo in rapporto.
Non è quindi attraverso i sensi che lo percepiamo e gli siamo vicini. Sotto le specie del pane e del vino, è la fede e l'amore che ci portano a riconoscere il Signore, Lui ci comunica pienamente « i benefici di questa redenzione che ha compiuto, Lui, il Maestro, il Buon Pastore, il Mediatore più gradito al Padre » (Leone XIII, Mirae caritatis).
Come ricorda il Libro della fede dei Vescovi del Belgio, la preghiera d'adorazione in presenza del Santissimo Sacramento unisce i fedeli « al mistero pasquale; essa li rende partecipi del sacrificio di Cristo di cui l'Eucaristia è il "sacramento permanente" ».
3. Onorando il Santissimo Sacramento, noi compiamo anche una profonda azione di rendimento di grazie che eleviamo al Padre, poiché attraverso suo Figlio egli ha visitato e redento il suo popolo.
Mediante il sacrificio della Croce, Gesù ha dato la vita al mondo e ha fatto di noi i suoi figli adottivi a sua immagine, instaurando rapporti particolarmente intimi, che ci permettono di chiamare Dio col nome di Padre.
Come ci ricorda la Scrittura, Gesù passava intere notti a pregare, in particolare nei momenti in cui aveva scelte importanti da fare. Nella preghiera, mediante un gesto di fiducia filiale, imitando il suo Maestro e Signore, il cristiano apre il proprio cuore e le proprie mani per ricevere il dono di Dio e per ringraziarlo dei suoi favori, offerti gratuitamente.
4. E’ bello intrattenersi con Cristo e, chinati sul petto di Gesù come il discepolo prediletto, possiamo essere toccati dall'amore infinito del suo Cuore.
Impariamo a conoscere più a fondo colui che si è donato totalmente, nei diversi misteri della sua vita divina e umana, per diventare discepoli e per entrare, a nostra volta, in quel grande slancio di dono, per la gloria di Dio e la salvezza del mondo. «Seguire Cristo non è un'imitazione esteriore, perché tocca l'uomo nella sua profonda intimità » (Veritatis splendor, n. 21). Noi siamo invitati a seguire il suo insegnamento, per essere poco a poco configurati a lui, per permettere allo Spirito di agire in noi e per realizzare la missione che ci è stata affidata. In particolare, l'amore di Cristo ci spinge a operare incessantemente per l'unità della sua Chiesa, per l'annuncio del Vangelo fino ai confini della terra e per il servizio degli uomini: « noi, pur essendo molti, siamo un corpo solo; tutti infatti partecipiamo dell'unico pane » (1Cor 10,17): è questa la Buona Notizia che fa gioire il cuore dell'uomo e gli mostra che è chiamato a prendere parte alla vita beata con Dio.
Il mistero eucaristico è la fonte, il centro e il culmine dell'attività spirituale e caritativa della Chiesa (cf: Presbyterorum ordinis, n. 6).
E’ intimità divina con Cristo, nel silenzio della contemplazione, non ci allontana dai nostri contemporanei, ma, al contrario, ci rende attenti e aperti alle gioie e agli affanni degli uomini e allarga il cuore alle dimensioni del mondo. Essa ci rende solidali verso i nostri fratelli in umanità, in particolare verso i più piccoli, che sono i prediletti del Signore.
Attraverso l'adorazione, il cristiano contribuisce misteriosamente alla trasformazione radicale del mondo e alla diffusione del Vangelo. Ogni persona che prega il Salvatore trascina dietro di sé il mondo intero e lo eleva a Dio.
Coloro che s'incontrano con il Signore svolgono dunque un eminente servizio; essi presentano a Cristo tutti coloro che non lo conoscono o che sono lontani da lui; essi vegliano dinanzi a lui, in loro nome.
5. In occasione di questo giubileo, incoraggio i sacerdoti a ravvivare il ricordo della loro ordinazione sacerdotale, mediante la quale Cristo li ha chiamati a partecipare in modo particolare al suo unico sacerdozio, soprattutto nella celebrazione del sacrificio eucaristico e nell'edificazione del suo corpo mistico che è la Chiesa.
Che essi ricordino le parole pronunciate dal Vescovo nel corso della liturgia della loro ordinazione: « Prendete coscienza di ciò che farete, vivete ciò che compirete, e conformatevi al mistero della Croce del Signore »!
Attingendo alla fonte dei santi misteri mediante tempi di contemplazione fedeli e regolari, essi ricaveranno frutti spirituali per la loro vita personale e per il loro ministero e potranno, a loro volta, rendere il popolo cristiano a loro affidato atto a cogliere la grandezza « della loro partecipazione peculiare al sacerdozio di Cristo » (Lettera ai sacerdoti per il Giovedì Santo, 1996).
6. «I fedeli, quando adorano Cristo presente nel Santissimo Sacramento, devono ricordarsi che questa presenza deriva dal Sacrificio e tende alla comunione sia sacramentale che spirituale » (Congregazione dei Riti, Istruzione sul culto dell'Eucaristia, n. 50).
Esorto dunque i cristiani a fare regolarmente visita a Cristo presente nel Santissimo Sacramento dell'altare, poiché noi siamo tutti chiamati a rimanere in modo permanente in presenza di Dio, grazie a Colui che resterà con noi fino alla fine dei tempi.
Nella contemplazione i cristiani percepiscono con maggiore profondità che il mistero pasquale è al centro di tutta la vita cristiana. Questo cammino li porta a unirsi più intensamente al mistero pasquale e a fare del sacrificio eucaristico, dono perfetto, il centro della loro vita, secondo la loro vocazione specifica, in quanto esso conferisce al popolo cristiano una dignità incomparabile (cfr. Paolo VI, Mysterium Fidei, n. 67).
In effetti, con il dono dell'Eucaristia, noi siamo accolti da Cristo, riceviamo il suo perdono, ci nutriamo della sua parola e del suo pane e siamo quindi inviati in missione nel mondo; ognuno è così chiamato a rendere testimonianza di ciò che ha ricevuto e a fare lo stesso con i suoi fratelli.
I fedeli rafforzano la loro speranza scoprendo che, con Cristo, la sofferenza e la disperazione possono essere trasfigurate, poiché, con Lui, noi siamo già passati dalla morte alla vita. Pertanto, quando essi offrono al Maestro della Storia la loro vita, il loro lavoro e tutta la creazione, allora le loro giornate vengono illuminate.
7. Raccomando ai sacerdoti, ai religiosi e alle religiose, così come ai laici, di proseguire e d'intensificare i loro sforzi per insegnare alle giovani generazioni il senso e il valore dell'adorazione e della devozione eucaristiche.
Come potranno i giovani conoscere il Signore se non vengono introdotti al mistero della sua presenza? Come il giovane Samuele, imparando le parole della preghiera del cuore, essi saranno più vicini al Signore che li accompagnerà nella loro crescita spirituale e umana e nella testimonianza missionaria che dovranno rendere per tutta la loro esistenza.
Il mistero eucaristico è in effetti il « culmine di tutta l'evangelizzazione » (Lumen gentium, n. 28), poiché è la testimonianza più eminente della Risurrezione di Cristo. Tutta la vita interiore ha bisogno di silenzio e d'intimità con Cristo per crescere. Questa familiarità progressiva con il Signore permetterà ad alcuni giovani d'impegnarsi nel servizio dell'accolitato e di partecipare più attivamente alla Messa; stare presso l'altare è per i giovani anche un'occasione privilegiata per ascoltare la chiamata di Cristo e seguirlo più radicalmente nel ministero sacerdotale.
Lettera inviata dal Santo Padre al Vescovo di Liegi in occasione del 750° anniversario della festa del SS. Corpo e Sangue di Cristo - 28 maggio 1996
Un prete esorcista del Canada in una conversazione spiegava
l'importanza di fare l'adorazione eucaristica al Santissimo almeno un'ora alla
settimana. E per le persone che hanno malattie forti o problemi apparentemente
insolubili nelle loro famiglie, ha sottolineato che adorare il Santissimo
Sacramento mezz'ora al giorno o un'ora, non solo cura, ma trasforma tutto... Ha
anche evidenziato qual è il modo migliore per adorare Gesù nel Santissimo
Sacramento dell'altare.*
*I primi 15 minuti posizionarsi di fronte a Gesù Eucarestia e dirgli
che siamo lì per amarLo e che vogliamo lasciarci amare da Lui...*
*I successivi 15 minuti ringraziarLo di tutto: per la vita, per la
casa, per quello che abbiamo da mangiare, per il lavoro, per l'acqua e
quant'altro... Inoltre, il sacerdote ha messo in luce che non rendiamo grazie a
Gesù perché non apprezziamo più quello che abbiamo, ma guardiamo sempre a ciò
che non abbiamo.*
*È fondamentale, inoltre, pregare e riparare per i nostri familiari
che non Lo conoscono, non Lo amano, ma anche riparare per le cose che stanno
accadendo nel mondo: aborti, idolatria, massacri, adulteri, ecc*...
*Infine chiedere tutte le grazie di cui si ha bisogno*.
*Naturalmente ognuno è libero di pregare come desidera, senza
uniformarsi per forza a questo schema*.
*In molti stanno guarendo in seguito all'adorazione*, *soprattutto
dalla patologia del cancro*
*Il sacerdote ha comunicato che mediante il Santissimo esposto
fuoriescono i raggi di Gesù... e le persone stanno guarendo e liberandosi*...