Don Gervasio Fornara,
dopo gli anni della missione in Colombia, aiuta la "missione" di Maria
(LEGGERE SOTTO L'INTERVENTO VOLUTO DALLA MADONNA DI DON GERVASIO PRESSO IL SANTUARIO DEL CUORE IMMACOLATO DI MARIA)
DON GERVASIO PARROCO DELLA BASILICA DEL
SACRO CUORE DI GESU'
dove si possono lucrare le stesse indulgenze plenarie della Basilica di San Pietro
Domenica 25 settembre 2011
è stato particolarmente coinvolgente, il
periodico incontro di preghiera alla Parrocchia
del
Cuore Immacolato di Maria,
a Porta Milano. Dopo la lettura del Messaggio
dato dalla Madonna a Medjugorje,
Don Gervasio in 41 anni di missione e 43 di
sacerdozio ha fondato nella foresta colombiana
(dove si spostava solo a piedi o in canoa) 2
centri missionari nelle regioni di Choco’
“Buenaventura” e “Condoto” con 40 villaggi e più
di 40.000 tra indios e africani (deportati
dall’africa dagli spagnoli), sormontando
ostacoli di tutti i generi con l’aiuto della
Madonna.
Don Gervasio, un missionario tra la gente
Don Gervasio è stato uno dei primi
sacerdoti a Casale Monferrato che ha accolto favorevolmente i
messaggi di Medjugorje dando anche la sua disponibilità per
accogliere la testimonianza di una delle veggenti
(Marija Pavlovic) nel 2004.
In
quell’occasione
poiché non era stato possibile
effettuare la testimonianza nella chiesa del Valentino, (per
colpa dell'organizzatore che non aveva informato preventivamente
il Vescovo e per di più aveva stampato il programma dettagliando
che l'apparizione sarebbe avvenuta ad una certa ora precisa ed
esattamente alle 6,45, ora legale, il Vescovo aveva ordinato di
chiudere
A)in poche ore mentre già 2000
persone stavano già arrivando a Casale ((e ci si
disperava perchè anche con l'aiuto del Comune e della Questura
di Casale ancora non si era trovato il luogo dell’incontro ),
provvidenzialmente
all’ultimo momento era stato
individuato il luogo nel prato attiguo alla Chiesa del Cuore
Immacolato di Maria di Porta Milano per il quale i frati, anche
se non immediatamente, e non senza una piccola riluttanza per
non dispiacere al vescovo avevano dato il loro assenso.
B)
provvidenzialmente in
neanche un’ora sono arrivate da Santhià 2000 sedie ed il palco
necessario per
C)
provvidenzialmente pioveva a
dirotto intorno a Casale ma invece non a Casale dove in quel
giorno di aprile un sole fortissimo ha dovuto far ingegnare
l'organizzatore (vi erano pure molti anziani e malati) a farsi
portare 2000 fogli di formato A3 immediatamente dalla segreteria
del Centro Studi Galileo che un'opportuna équipe(..!) in
brevissimo tempo ed in modo molto professionale (!) era riuscita
a trasformare in 2000 cappellini contro il sole (come si
può notare da lacune foto, cliccando sul primo incontro con
Marija, per cui la veggente aveva umoristicamente salutato tutti
uscendo con la battuta se i primi cristiani si sarebbero
così difesi dal sole!!!)
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Sempre il 25
settembre alle ore 22,00 dopo
Infatti ritorna (si spera temporaneamente) nei due grandi
centri missionari da lui fondati 43 anni fa nella foresta
colombiana, che è la seconda regione più piovosa del mondo e
cioè quella del Chocò: il primo chiamato “Condoto”, allocato su
quattro fiumi con un totale di 40 villaggi, e l’altro sulla
costa dell’Oceano Pacifico Colombiano che ha per centro il
“Porto di BuenaVentura”.
La missione
di
Don Gervasio fu naturalmente di PREDICARE IL VANGELO, per
aiutare gli indios e i discendenti degli schiavi africani
deportati dagli spagnoli, ANCORA OGGI PARTICOLARMENTE BISOGNOSI
DEL SUO AIUTO E QUINDI ANCHE DELL'AIUTO DEI FEDELI CASALESI.
Ha
dovuto convivere durante gli anni della missione con il “fronte
Nella foresta colombiana si è svolta questa storia incredibile
del missionario Don Gervasio cominciata 41 anni fa, sacerdote da
43 anni, storia densa di vicende anche avventurose.
(Vedi
cliccando qui foto e alcune delle numerose storie della sua vita
missionaria nella foresta colombiana).
Il
suo lavoro di missionario, da un estremo all’altro del
territorio ( ci sono
Una caratteristica importante che Don Gervasio vuole
sottolineare è che ha sempre rispettato ed appoggiato le
tradizioni delle gente e la loro cultura: “ho imparato da loro
oltre alla lingua, il modo di vivere, ad essere una persona
umana, cristiana e un sacerdote”.
Nella sua umiltà dice di non aver costruito nulla, ma “mi sono
interessato solo a creare comunità e per questo credo che
vogliono che io ritorni definitivamente ma sanno che io vado da
loro come invitato per la celebrazione relativa alla fondazione
dei villaggi missionari ."